E’ sempre più frequente camminare per le strade delle nostre città, fermarsi all’improvviso e ricordare un vecchio negozio di dischi soppiantato oggi da una macelleria, un’agenzia di viaggi, un ennesimo bar di quartiere. E’ la triste realtà a cui la “generazione Spotify” non bada nemmeno più attenzione ma ragazzi, oggi diventati uomini, abituati a respirare quei luoghi, desiderosi di consumare la paghetta settimanale dei propri genitori per acquistare un paio di cd a buon prezzo del proprio artista preferito, oggi non possono fare a meno di fermarsi per ricordare con tanta nostalgia.
E’ il caso di Francesca Chiara, cantante e autrice del gruppo gothic metal The LoveCrave.
Nel 1997 firma il suo primo contratto con la Sony Music e pubblica il suo primo singolo, L’onda, che entra in classifica in Grecia e gira nelle radio di tutta Europa. Nel 1998 esce il singolo “Streghe” dal quale nasce un video e consente il superamento delle selezioni per il Festival di Sanremo. Nel 1999 partecipa al Festival nella categoria “Nuove proposte” e si classifica al settimo posto con la canzone “Ti amo che strano“, pubblicata come singolo. Nello stesso anno esce il suo primo album Il parco dei sogni.
Oggi fa parte “dell’esercito di nostalgici”, ma non per animo retrogrado o per paura dell’evoluzione (anzi, quest’ultima appartiene proprio a chi vede e crede oltre schemi di ogni tipo). Francesca sulla sua pagina Facebook pubblica la foto del Transex, non un uomo travestito, ma un vecchio negozio di dischi in Via Cappellari, 3 a Milano, civico in cui oggi nulla più appartiene alla musica.
Francesca scrive: “L’odore dei dischi mentre il dito li sfoglia. Ogni disco una storia, il piccolo mondo di una band, di un’artista. Il rispetto per il lavoro che nascondevano dietro alle copertine, grandi, spaziose si racchiudeva nel gesto di sfilarli, leggerli, toccarli, sfogliarli, estrarli con delicatezza e attenzione, appoggiarli sul piatto e accenderli, come fossero dei piccoli universi da esplorare. Transex era un negozio di dischi a Milano ma non solo. Era il punto di riferimento delle correnti giovanili degli anni 80 fino ai primi anni 90, quando tutto è sparito.
E’ sparito tutto, proprio così. I dark, i new wave, i paninari, i metallari, i punk…. E oggi mi tocca vedere ragazzine quindicenni che si fanno i selfie con gli shorts e mezzo culo di fuori e mi tocca sentire le voci sgraziate degli youtubers parlare di musica. Non sanno nemmeno cosa sia la musica. I negozi di musica hanno chiuso, tutti, dunque la musica è morta.“
Piace a noi, radio interregionali e ancora libere, aprire giusti o sbagliati dibattiti sull’attuale livello musicale in scena. Giusto quindi coinvolgervi in una attenta riflessione grazie anche a chi, come Francesca Chiara, crede ancora in un Paese in grado di riprendere in mano la giusta via.